MERCURION un territorio all'interno del Pollino in cui fiorì il monachesimo greco-orientale, Ritirarsi nel Mercurion

« Older   Newer »
  Share  
ritalxp
icon11  view post Posted on 25/8/2008, 13:32




Ritirarsi nel Mercurion

Latinianon, Lagonegro ed i luoghi della religione nella Basilicata antica. Fama grandissima ha avuto

Fama grandissima ha avuto, a partire dall'epoca bizantina e per tutto il medioevo, quel mondo religioso dell'Italia meridionale, che ruotava intorno alla zona del Mercurion.


Il Mercurion era un'ampia area geografica del Pollino, che si estendeva quindi sui confini calabro-lucani, definiti dagli abitati di Viggianello, Rotonda, Agromonte, Scalea, Laino e Castelluccio,l'antico kastron/kastellion di Mercurio, e la valle del fiume Lao. Altre aree collegate al Mercurion - le cosiddette eparchie- erano quelle del Latinianon - che comprendeva l'Alto Sinni sul versnate di Latronico- e l'area del Lagonegrese. Queste zone,interne e boscose, sono state oggetto di una consistente "immigrazione religiosa": sia per via dell'amministrazione imperiale bizantina, che favoriva la diffusione del cristianesimo greco nei territori conquistati, sia per via delle frequenti incursioni "Saracene" che avevano spesso di mira le aree monastiche lungo le linee di costa.
Le comunit` monastiche,inoltre, incidevano significativamente sul territorio incrementando la vita agricola e catalizzando su di se le comunit`
locali: questo fenomeno favoriva l'attivit` di prelievo fiscale di Bisanzio, su territori che altrimenti sarebbero rimasti del tutto spopolati e
ancora piy poveri di quanto gi` non fossero.
Ben presto ( IX/X secolo d.C.),le comunit` cenobitiche dell' Italia greca si ricoprirono di un'aurea di mistero e di fascino, insediate come erano in luoghi bellissimi e nascosti in una natura incontaminata: il territorio caratterizza di sh le comunit`,e viceversa.
E' cosl che l'entroterra diventa un "territorio spirituale" che attrae monaci da tutta l'Italia meridionale e la Sicilia.
Dei religiosi di culto greco presenti nei territori meridionale, alcuni osservavano la regola di San Basilio il Grande, arcivescovo di Cesarea, per questo vengono definiti "Basiliani": un termine che, generalizzatosi, ha finito con l'indicare i religiosi di culto greco per distinguerli dai cristiani latini.
Chiaramente i Basiliani non furono il solo ordine rappresentato in Basilicata e Calabria, anche perchh in genere i fenomeni di monachesimo in questo scorcio di IX secolo nascono attorno a comunit` distinte che hanno le loro specifiche caratteristiche, o al limite vengono fondate da singoli personaggi di spicco. Questi Santi fondano singoli monasteri,piy che ordini veri e propri, come invece avverr` un pr piy tardi nel cristianesimo latino.



Nelle fonti agiografiche relative alle Vite dei Santi -un genere della letteratura cristiana che conosce una grandissima fortuna proprio a partire all'alto medioevo- si parla di queste zone e delle moltissime fondazioni monastiche che dovevano essere disperse su tutto il territorio. Oggi h difficile tracciare un quadro preciso del fenomeno, poichh la ricerca archeologica non si h ancora sistematicamente sviluppata su questo tema.
Avviene cosl di trovarsi di fronte ad una doppia prospettiva: il territorio, in cui non h sempre facile identificare gli impianti monastici di epoca bizantina e normanna, e le fonti letterarie, che, contrariamente, dedicano a questi luoghi una grande attenzione. Sono, nell'immaginario ltomedievale, i luoghi mistici dell'isolamento e la fuga dal mondo, della visione e dei miracoli operati dai numerosissimi Santi che vi avrebbero vissuto. Allo stesso tempo i centri monastici sono fortemente collegati tra di loro, creano una vera rete nel tessuto del territorio attraverso l'utilizzo delle vecchie vie di comunicazione interne, che si dirmavano intorno alle strade di epoca romana, come ad esempio la Via Popilia - atraverso la quale era possibile raggiungere, dal Mercurion,l'eparchia di Lagonegro. A loro volta i Santi ed i Monasteri piy celebri, diventano luoghi di mediazione politica, dove il sacro incontra il potere: tra i "miracoli" operati dai Santi, la letteratura medievale, riporta le loro numerose intermediazioni con gli uomini di stato e di potere,i duchi longobardi, gli emiri arabi ed il re dei Franchi. Tra le comunit` fondate in basilicata nel IX secolo, famose sono quelle di origine greco-sicula: Cristoforo con i suoi figli Saba e Macario; Luca, che opera ad Armento dopo aver trascorso alcuni anni nel Mercurion come allievo di Elia lo Spelota. A sua volta Vitale da Castronuovo fonda il monastero di S.Angelo a San Chirico Raparo, per poi trasferirsi a Turri - localit` scomparsa presso Guardia Perticara.
E sono proprio questi i centri piy importanti di diramazione del monachesimo greco della Basilicata durante il IX ed il X secolo d.C. Un movimento di arresto si avr` a partire dalla conquista normanna e dalla costante penetrazione a sud del cristianesimo di rito romano.


Per approfondire:

1.A. Cilento, "Potere e monachesimo. Ceti dirigenti e mondo monastico nella Calabria bizantina (secoli IX-XI), Nardini ed.,2000

2.M. Pacaut, "Monaci e religiosi nel Medioevo", Il Mulino, Bologna 1989

3.Monasticon Italiae, III,Puglia e Basilicata,Cesena 1986, a cura di H.Houben Tra i monasteri attivi nel IX/X secolo in Basilicata, segnala:

Venosa, San Nicola di Morbano

Tricarico, Santa Maria del Rifugio

Guardia Perticara, San Vitale di Turri

Armento, SS.Maria e Pietro

Lagonegro, S.Filippo

Fonte: http://www.lucanianet.it/modules/news/arti...hp?storyid=3687


_______________________________________________________________________




DA WIKIPEDIA:


Il Mercurion identifica un territorio all'interno del Pollino in cui fiorì per molti secoli il monachesimo greco-orientale. L' origine del nome potrebbe essere riferita al dio Mercurio o in alternativa a San Mercurio di Cesarea.

Geografia
Il territorio su cui si estendeva il Mercurion si trovava al confine calabro-lucano e corrisponde ai territori attualmente compresi nei comuni di Aieta, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Episcopia, Laino, Latronico, Mormanno, Noepoli, Orsomarso, Rotonda, Tortora, Scalea e Viggianello. Comprende il bacino del Mercure e la valle del fiume Lao, I suoi confini sono dati a sud dalle pendici occidentali ed orientali del massiccio del Pollino, mentre a nord è delimitata dalla valle del Sarmento e ad ovest dal monte Sirino. Ecclesiasticamente era organizzato come un'eparchia monastica, politicamente si trovava al confine tra l'Impero Bizantino e le terre longobarde


Storia
La nascita del Mercurion nel VI secolo e la sua successiva evoluzione possono essere legate a vari motivi:

* la crisi iconoclasta, che spinse molti monaci basiliani a cercare rifugio in zone dell'Impero bizantino scarsamente popolate e lontane dalle coste (cosa che garantiva un più facile difendibilità dalle scorrerie saracene);
* la conquista araba della Siria e dell'Egitto nel VI secolo, e della Sicilia nel IX secolo;
* la politica dell'Impero stesso, che incentivava la diffusione del cristianesimo ortodosso nelle zone da esso controllate.

Il periodo di massimo splendore della zona fu raggiunto nei secoli X-XI, in cui il Mercurion fu definito nuova Tebaide, e divenne uno dei maggiori centri del misticismo dell'Italia meridionale e della Sicilia, in tale periodo infatti vissero o studiarono, presso i monasteri locali, un gran numero di personalità che saranno venerate come santi dalla chiesa, tra cui: San Fantino il giovane, San Nicodemo da Cirò, San Zaccaria del Mercurion, San Saba del Mercurion, San Luca di Demenna o d'Armento, San Macario Abate e, probabilmente il più importante, San Nilo da Rossano. Successivamente, con la conquista normanna e la conseguente espansione del rito romano, iniziò la decadenza che porterà i monasteri di rito greco ad essere assoggettati ad abbazie latine e quindi alla liquidazione dell'eparchia.

image

 
Top
0 replies since 25/8/2008, 13:32   973 views
  Share